Le 10 sedute che hanno fatto la storia del Design

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Le 10 sedute che hanno fatto la storia del Design

 

Con le loro forme hanno segnato la storia del design, seducendo appassionati e collezionisti. Le sedute sono oggetti semplici, che da sempre ci accompagnano nel nostro quotidiano. Oggetti che hanno sapientemente infranto la barriera del tempo, diventando delle vere icone. Eccone 10, progettate dai più importanti designer internazionali.

Wassily – Con quasi un secolo di storia, la seduta disegnata da Marcel Breuer per la residenza del pittore Kandiskij è un capolavoro dalle linee leggere e resistenti. È costituita da una struttura in tubolare d’acciaio, sormontato da cinghie in cuoio, che circoscrive uno spazio cubico. Oggi prodotta da Knoll, presenta su ogni esemplare il numero di produzione corrispondente al certificato di identificazione e autenticità.

LC1 – Progettata dal trio Le Corbusier, Pierre Jeanneret e Charlotte Perriand, la poltrona LC1 rappresenta uno dei pilastri dell’arredo razionalista, riedito oggi da Cassina. Ne esistono tre versioni, la prima per Villa Church del 1928, il modello esposto al Salon d’Automne del 1929 e quella del 1930 per l’esposizione all’Union des Artistes Modernes.

Barcelona Chair – Progettata dall’architetto tedesco Mies van der Rohe in occasione dell’Esposizione Universale di Barcellona del 1929, venne ridisegnata e venduta al pubblico a partire dal 1950 grazie a Knoll. Barcelona è una seduta moderna, un connubio ben riuscito tra progetto e artigianalità, divenuto negli anni un must per gli amanti del design.

Eams Plastic Side Chair – Porta la firma di Charles e Ray Eams ed è una leggendaria seduta realizzata da Vitra in polipropilene trattato, con gambe in numerose varianti: dal legno di acero alla finitura cromata con piedini antigraffio. Un pezzo di design dal sapore nordeuropeo degli anni Cinquanta, disponibile in numerose palette colore.

Serie 7 – Un altro cult del design scandinavo prodotto da Fritz Hansen a partire dal 1955. La seduta 3107, meglio conosciuta come Serie 7, nasce per mano del designer Arne Jacobsen ed è una perfetta sintesi di semplicità formale e funzionalità.

Superleggera – 699, anche nota come Superleggera, è una seduta firmata Gio Ponti che esplora il tema della modernità. Disegnata 1955, e prodotta da Cassina a partire dal 1957, nasce con l’intento da parte del progettista milanese di reinventare l’archetipo della sedia impagliata, la sedia di Chiavari.

Tulip Chair – Un’icona del design messa a punto dal finlandese Eero Saarinen per Knoll. Tulip nasce nel 1957 e si distingue per la celebre forma a calice: è composta da una base con piedistallo circolare in alluminio laccato in materiale plastico e da una scocca in fibra di vetro rinforzata. Tulip è sinonimo di eleganza e funzionalità.

Panton Chair – La mitica seduta dalle forme fluide, messa a punto dal designer scandinavo Verner Panton nel 1960. Prodotta da Vitra a partire dal 1967, la Panton Chair segue le forme del corpo umano, disegnando linee sinuose e morbide. È realizzata a partire da un unico blocco di polipropilene e, grazie alla sua particolare forma, consente di essere impilata fino a cinque pezzi.

Tonietta – Progettata da Enzo Mari nel 1985, si aggiudicò il Premio Compasso d’Oro due anni dopo. Tonietta è una seduta dalle linee classiche ed eleganti, con struttura in lega di alluminio e sedile e schienale in nylon stampato a iniezione oppure rivestito in cuoio. La produzione è firmata Zanotta.

Louis Ghost – Una seduta interamente realizzata in policarbonato trasparente o colorato dal design Luigi XV. Una rivisitazione firmata nel 2002 da Philippe Starck per Kartell, che dà vita a una sedia originale, resistente, a prova di urto e impilabile fino a 6 pezzi.

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Le nuove tendenze dell’Italian Design

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Addio a Elio Fiorucci

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                             Addio a Elio Fiorucci

In occasione della recente scomparsa di Elio Fiorucci riproponiamo la recensione di un’indagine critica che Giannino Malossi dedicò, alla fine degli anni Ottanta, al “fenomeno stilistico più complesso e innovativo del ‘900”.

 

Questo articolo è stato pubblicato in origine su Domus 703, marzo 1989

Giannino Malossi, Liberi tutti. 20 anni di moda spettacolo. Prefazione di Natalia Aspesi. Arnoldo Mondadori editore, Milano, 1988, pp. 149
Per capire le ragioni di un libro, di un’indagine critica su Fiorucci, occorre fare, innanzitutto, alcune precisazioni storiche sull’evoluzione del gusto e del costume in questo secolo. I tre più significativi avvenimenti che lo caratterizzano sono: la fine dell’Alta Moda francese (il ciclo che si conclude negli anni ‘60 con la scomparsa di Chanel, Dior, Balenciaga), l’affermazione del pret-à-porter industriale (dal 1975 in poi, Armani e il “Made in Italy”), e Fiorucci (dal 1968 al 1977). Dopo il 1945, al termine della seconda guerra mondiale, si compie, con la ricostruzione post-bellica, la riformulazione dei codici comportamentali e culturali. Christian Dior lancia il suo opulento e sensazionale “New Look”. Dior è il nuovo stilista francese incaricato di restaurare il prestigio dalla couture parigina in Europa. (Sarà lo stesso Dior ad aprire una filiale negli USA iniziando la produzione in serie del pret-à-porter). Il diffondersi però del nuovo modello di società consumistica, di importazione americana, indebolisce le tradizionali distinzioni di classe a cui si atteneva l’Alta Moda prima della guerra. All’inizio degli anni ‘60 emerge e si afferma un nuovo e vasto gruppo sociale: i giovani.
Culturalmente indipendenti e liberi da ogni convenzione, i giovani stimolano un generale rinnovamento del mercato. È la fine dei diktat stilistici (nonostante lo stilismo vero fosse ancora identificato con l’Alta Moda), è la voglia di prodotti nuovi che esprimano vitalità e fantasia. Molti impulsi alla formazione di una contro-cultura giovanile erano arrivati negli anni ‘50 dagli Stati Uniti. L’America aveva prodotto il rock’n’roll, il nuovo gergo, i nuovi eroi, i blue jeans. Ma la vera esplosione si avrà con la “Swinging London”, punto focale di questa nuova cultura. Fiorucci, conscio di tutto questo, lo rielabora progettando un’operazione di moda rivoluzionaria. La sua strategia stilistica non si baserà più sull’invenzione di forme nuove, ma sull’osservazione di tutti i segnali che provengono dal costume giovanile e sulla loro manipolazione tramite spostamento del segno. Fiorucci crea una sua metodologia progettuale basandosi sul: A – ridisegno dei prodotti industriali esistenti trasformando
le valenze funzionali in valenze ludiche. (Processo di estraneamento). B – materializzazione delle visioni dell’immaginario giovanile. (Mixed-Up,
Mass-Culture). C – riciclaggio del segno e dello stilema (dal cinema, dai fumetti, dal design, dalle uniformi militari, dagli abiti da lavoro). D – rielaborazione del costume in moda con lo postamento della forma, del colore, del materiale, dell’uso.
Il “sistema” Fiorucci è il rifiuto di tutte le regole e di tutti i valori della moda tradizionale. La moda pop (Carnaby Street, King’s Road) non era mai riuscita a realizzare i suoi intenti, a trasformarsi cioè in una operazione industriale. Elio Fiorucci diventa il guru della moda pop. Questo giovane imprenditore illuminato industrializza la moda pop trasformandola in moda di massa. È il successo commerciale, e Fiorucci diventa il termine di riferimento più imitato, per il mercato alternativo e giovanile, da tutti gli altri operatori internazionali. La veloce diffusione di questa nuova moda è dovuta, gran parte, all’intervento
che Fiorucci compie sull’immagine dell’azienda. La Corporative Image. La sua strategia aziendale prevede, infatti, investimenti equamente divisi tra il 50% prodotto e il 50% immagine.
I prodotti, gli abiti, devono essere “veicoli di notizie”, oggetti che provocano interesse, non solo merce da reclamizzare. L’immagine dell’azienda viene affidata, invece, a talenti internazionali quali Antonio Lopez, Pater Sato, Keith Haring, Peter Knapp, Warhol, e si materializza nei bellissimi poster, adesivi, shopping bag, merchandising di vario genere. Mendini, Sottsass, e altri designer famosi, sono incaricati dell’allestimento delle vetrine. (Lo Studio Sottsass progetta e realizza i negozi Fiorucci in franchising). La presentazione delle collezioni avviene allo Studio 54 di New York, la discoteca più glamour di quegli anni. Fiorucci è il primo creatore di moda pop che lavora per un sistema industriale (“Fiorucci per Fiorucci”). Pur non essendo uno stilista, ha dato vita ad un concetto di moda così potente da inglobare gli altri creatori all’interno del suo stile. L’azienda Fiorucci diventa un laboratorio internazionale di ricerca a cui collaborano consulenti stilistici importanti come Barbara Hulanicki di Biba, Vivienne Westwood, e a New York, Betsey Johnson. Il cliente di Fiorucci, consumatore di moda per eccellenza, avverte questa ricerca e si aspetta da Fiorucci l’informazione di moda. È significativo come il termine “Fiorucci”, nel gergo della moda, diventi un aggettivo che serve a definire gli abiti che riflettono la sua teoria, pur non avendo la sua etichetta. Questa è la prima volta che avviene nella storia della moda. L’aggettivo “Fiorucci” non rappresenta uno stile (come succede ad esempio con l’aggettivo “Chanel” che viene adoperato per indicare un manierismo chanelliano), rappresenta piuttosto una teoria, un mood. Ricercare una stilematica fiorucciana in questo senso è un’operazione errata.
Non è “molto Fiorucci” chi indossa un abito tagliato secondo questa o quella foggia e seguendo un canone già stabilito. È “molto Fiorucci” chi invece segue il velocissimo turn-over dei messaggi estetici lanciati dalle industrie culturali (periodici di moda, immagine, design, l’industria del rock, il cinema) che viaggiano in ritmo sincronico con la moda. L’estetica fiorucciana ha la qualità e la velocità dell’informazione trasmessa dai media delle industrie culturali. È un’estetica “informatica”, non è la moda, è il suo continuo divenire. Giannino Malossi in Liberi Tutti, ci restituisce il gusto e la bellezza delle immagini di Fiorucci che più amiamo.
Accentua, forse troppo, l’aspetto spettacolare dell’operazione Fiorucci. Fiorucci è multimediale dal punto di vista della comunicazione, della notizia, e non dello spettacolo. Non ha mai fatto pubblicità, almeno non come la si intende comunemente. I suoi canali pubblicitari sono stati quelli da lui inventati, come i poster, gli adesivi, ecc. Fiorucci è stato il fenomeno stilistico più complesso e innovativo del ‘900. La più importante evoluzione del gusto nell’era informatica.
L’imprenditore che ha rischiato più di tutti, rivoluzionando più cose di tutti: l’abolizione delle sfilate, delle scadenze stagionali, l’invenzione del catalogo, del video. Se è possibile fare un discorso di critica estetica per il cinema, per l’arte, perché non fare altrettanto per la moda? Fino a quando durerà il binomio qualunquista moda = frivolezza? Se una nota industria riesce a fare una mostra sulla cultura progettuale di una caffettiera…

De Rosa SK Pininfarina, eccellenza made in Italy

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De Rosa SK Pininfarina, eccellenza made in Italy

Una bici da strada di alta gamma, leggerissima, progettata dalle due case storiche con nuove tecnologie e materiali esclusivi

Due aziende del Made in Italy di altissima qualità, Pininfarina e De Rosa, si sono unite per creare un prodotto d’eccellenza, la bici da corsa di alta gamma De Rosa SK Pininfarina, appena presentata a Eurobike, la fiera globale della bicicletta che si tiene ogni anno a Friedrichshafen. Si tratta del primo frutto della collaborazione tra le due aziende italiane.

Leggi anche: PoloTech, la maglietta smart che fa da personal trainer

Tradizione artigianale, imprenditoria familiare, innovazione e design: il Dna delle due case (145 anni di storia in due) è comune, così è nata una partnership che è solo agli inizi. La bici appena nata è frutto di studi sull’aerodinamica e sul peso, che hanno portato a utilizzare materiali esclusivi come la fibra di carbonio nel telaio, con sistema di stampaggio inner mold tooling in 3D, inventato appositamente per raggiungere la massima precisione e un peso complessivo di soli 6,7 kg, adatto sia a chi corre su strada che a chi fa triathlon.

La componentistica è tutta italiana: distribuzione Campagnolo, sella di Selle Italia, tubolari Vittoria Corsa, ma anche il manubrio (in carbonio), il sistema frenante e le ruote.

Sono stati progettati nuovi sistemi di cablaggio interno, la scatola movimento e lo sterzo differenziato; il tutto per dare massima rigidità e stabilità in strada.

Il design è all’insegna della pulizia, una sintesi degli stili delle due aziende; i colori riprendono il concetto dei quattro elementi primari: bianco aria, blu acqua, rosso fuoco, nero terra. Ci sono anche due versioni bicolore: rosso fuoco/nero terra e bianco aria/blu mare. Disponibilità e prezzo della De Rosa SK Pininfarina non sono ancora stati comunicati.

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Il design italiano oltre le crisi. Autarchia, austerità, autoproduzione

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“Ogni crisi pone di fronte a una alternativa. Obbliga al movimento. All’innovazione. Alla contromossa. Non consente l’inerzia, l’attesa, la routine”. Il design italiano oltre le crisi. Autarchia, austerità, autoproduzione, il catalogo che accompagna la VII edizione del Triennale Design Museum, si propone di sondare il potenziale creativo sprigionato dalle crisi, di rispondere in definitiva a una domanda fondamentale: “cosa ha fatto il design italiano quando si è trovato a operare in una società ‘con le spalle al muro’?”

Il volume, curato da Beppe Finessi e con il book design di Italo Lupi, focalizza la sua attenzione sul tema dell’autosufficienza produttiva, declinato e affrontato in modo diverso in tre periodi storici cruciali: gli anni Trenta (Dall’autarchia all’autonomia), gli anni Settanta (Dall’austerità alla partecipazione) e gli anni Zero (Dall’autoproduzione all’autosufficienza). Il percorso parte dunque dalle origini del design italiano, in cui a seguito delle sanzioni economiche imposte dalle Nazioni Unite nel 1935, il design italiano impara a fare di necessità virtù e riscopre materiali e tecniche della nostra tradizione o inventa addirittura nuovi fantasiosi materiali. La seconda sezione è dedicata al periodo che coincide con la crisi petrolifera degli anni ’70, in cui i nostri grandi progettisti hanno realizzato opere esemplari, affrontando con coraggio la scarsità di risorse attraverso la sperimentazione di nuovi linguaggi. Il percorso si conclude infine nei giorni nostri, in un contesto di crisi del modello produttivo acriticamente perseguito nei decenni precedenti, spingendo a riscoprire non solo l’autoproduzione, ma anche, per esempio, le specificità locali e quell’unicum a livello internazionale che sono i distretti industriali italiani.

Completo di un vastissimo apparato iconografico di oltre 800 immagini, Il design italiano oltre le crisi. Autarchia, austerità, autoproduzione, raccoglie contributi originali di numerosi esperti e designer, che ripercorrono ognuno di questi momenti cruciali da una prospettiva nuova, mettendo in luce la straordinaria resilienza del design italiano.

 

TECNOLOGIA – IL LASER APRE NUOVI SCENARI IN ARCHITETTURA

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TECNOLOGIA – IL LASER APRE NUOVI SCENARI IN ARCHITETTURA

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All’Open House è stata presentata un’interessante applicazione in architettura della tecnologia di taglio-tubo-laser. La struttura reciproca tridimensionale, denominata “Freedom in Shape”, rappresenta un esempio di come l’impiego di tubi tagliati laser, opportunamente progettati e assemblati, possa configurare un nuovo sistema costruttivo per la realizzazione di facciate e coperture, la cui forma può variare nello spazio per approssimare superfici a doppia curvatura. Un nuovo campo di azione della tecnologia laser di cui abbiamo voluto approfondire il significato e l’importanza.

I numerosi visitatori della Open House, svoltasi dal 6 al 20 giugno 2013 presso gli stabilimenti Adige e Adige Sys di Levico, in provincia di Trento, saranno rimasti impressionati dalla struttura denominata “Freedom in Shape”, che – come un’opera d’arte – si stagliava su una delle pareti (allestite in fiera). Sergio Raso, direttore della Ricerca & Sviluppo del gruppo BLM, che ha promosso tale realizzazione in collaborazione con il gruppo INDEXLAB del Politecnico di Milano (www.indexlab.it), ci ha guidato nella lettura e nell’interpretazione di questa installazione.
Raso ci ha spiegato che la struttura 3D, a doppia curvatura, non è solo un’affascinante provocazione di arte programmata, ma rappresenta un esempio di come l’impiego di elementi tubolari tagliati laser e fissati meccanicamente l’uno all’altro in modo reciproco, possa costituire un’alternativa competitiva rispetto ai tradizionali sistemi strutturali ad aste tubolari che convergono in nodi. Un nuovo campo di azione del taglio laser, che incontra un nuovo modo di progettare l’architettura. Il professor Pierpaolo Ruttico, responsabile del gruppo INDEXLAB, ci guida nell’analisi del progetto nel nuovo contesto digitale dell’architettura contemporanea.

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La struttura reciproca tridimensionale, denominata “Freedom in Shape”, rappresenta un esempio di come l’impiego di tubi tagliati laser, opportunamente progettati e assemblati, possa configurare un nuovo sistema costruttivo per la realizzazione di facciate e coperture, la cui forma può variare nello spazio per approssimare superfici a doppia curvatura.

UN NUOVO PARADIGMA DELL’ARCHITETTURA CONTEMPORANEA
Chiediamo al professor Ruttico quali siano gli aspetti innovativi del progettare e del costruire al giorno d’oggi. Nel panorama dell’architettura contemporanea, spiega Ruttico, si progetta oggi con approccio computazionale e si realizza mediante processi di fabbricazione digitale e robotica. Stiamo andando verso una nuova rivoluzione industriale, anche nel settore delle costruzioni (edili). L’informatica e la matematica giocano oggi un ruolo importante e rendono possibile la generazione di sistemi logici-organizzativi competitivi rispetto a quelli dell’architettura moderna.
Si può parlare di un nuovo paradigma dell’architettura contemporanea? “Si potrebbe affermare che il nuovo paradigma si delinea come espressione di un linguaggio architettonico il cui codice generativo è rappresentato da algoritmi, scripts e parametri. Avendo a disposizione nuove geometrie e nuovi strumenti per governarle, sperimentiamo nuovi tipi di concezione spaziale, nei quali esterno e interno, cielo e terra, concavo e convesso sono il riflesso di un unico spazio fluido e indefinibile. Grazie alle tecnologie digitali e alle macchine a controllo numerico possiamo fabbricare e assemblare forme sempre più complesse e generare architetture straordinariamente espressive”.
Chiediamo al professor Ruttico in che modo questa rivoluzione digitale si esprime nel sistema di produzione e nel processo di progettazione.
Il sistema progettazione-fabbricazione cambia con l’introduzione del concetto di variazione e differenziazione; si avverte il passaggio da un tipo di produzione standardizzata ad una produzione sempre di massa, ma personalizzata, differenziata in elementi potenzialmente unici.
Le logiche compositive, di aggregazione spaziale e di ottimizzazione strutturale-energetica concorrono a definire un unico sistema “multi-parametrico” basato sulla “performance”. Gli elementi dell’architettura non tendono più ad ottimizzare uno specifico scenario, ma diventano parte del “tutto”, dove il tutto è più della somma delle singole parti. E’ così che l’involucro si presenta sempre più come un sistema ibrido, dove la variazione morfologica tende a rappresentare l’ambiguità e il movimento. Poiché non c’è gerarchia, ma soltanto interdipendenza tra gli elementi, si genera un nuovo equilibro tra l’astratto e il materiale. Si aprono nuove possibilità e nuove sfide per un’architettura che diventa “informale”.

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Vista wireframe del modulo base della struttura. Il sistema prevede quattro elementi tubolari incastrati reciprocamente ad altezze variabili.

STRUTTURA RECIPROCA IN DOPPIA CURVATURA
Il progetto di ricerca sviluppato con il gruppo BLM apre scenari fino ad oggi inesplorati nel panorama delle strutture metalliche free-form. Il sistema strutturale sviluppato è innovativo e prevede una maglia strutturale composta da aste intrecciate e bloccate meccanicamente l’una all’altra mediante incastri. L’algoritmo che risolve la struttura reciproca è di tipo iterativo, mentre l’ottimizzazione della geometria per la produzione segue un processo di progettazione parametrica.
Il sub-sistema base consiste in quattro aste intrecciate in quattro punti nodali. Supponendo di esaminare il sub-sistema su maglia quadrata, potremmo così descriverlo: un estremo delle singole aste è connesso ad un’altezza variabile dell’asta perpendicolare. Chiamiamo il luogo di connessione “punto nodale”. Le aste sono da considerarsi rigide e rettilinee, ma possono ruotare virtualmente nell’intorno dei punti nodali. Lo scostamento dal piano di una delle aste provoca un riposizionamento delle aste dell’intero sistema. Ridurre le eccentricità (distanza tra “estremo-asta x” ed “asta y”) entro le tolleranze di fabbricazione richiede un processo iterativo, che porta all’equilibrio del sistema dopo un elevato numero di iterazioni. Il processo si può definire di form-finding, segue sia una logica top-down (l’architetto stabilisce una superfice a doppia curvatura sulla quale generare la struttura reciproca), sia una logica bottom-up (l’algoritmo ottimizza la superficie di partenza per risolvere l’equilibrio strutturale del telaio).

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L’assemblaggio degli elementi tubolari, in funzione della loro dimensione e posizione reciproca, sposta inevitabilmente la struttura fuori dal piano. Il comportamento della geometria diventa difficile da prevedere e le logiche algoritmiche e iterative diventano necessarie per generare soluzioni di equilibrio del sistema.

IL TAGLIO LASER A CONTROLLO NUMERICO
Il progetto della struttura reciproca progettata da INDEXLAB rappresenta uno straordinario esempio di mass customization. Ogni elemento strutturale, infatti, è unico e si differenzia dagli altri sulla base di precise regole geometriche definite da algoritmi generativi. Il gruppo BLM ha creduto nella sfida e ha realizzato il prototipo, dimostrando l’efficienza del sistema. Chiediamo a Sergio Raso come è stata organizzata la produzione: “Dopo una fase iniziale durante la quale sono state stabilite le tolleranze di fabbricazione e realizzati i primi mock-up, siamo passati ad una fase di taglio automatico dei diversi elementi tubolari in acciaio inox. Ciascun elemento è stato marcato con un codice alfanumerico, che identifica non solo la posizione del tubolare all’interno della struttura, ma anche l’orientamento. A questo proposito è importante sottolineare che la struttura esposta (che rappresenta in scala un prototipo di struttura per facciate o coperture di maggiori dimensioni) è stata ottenuta dall’assemblaggio di 350 elementi tubolari, ognuno con dimensioni diverse dagli altri. Per amplificare il distacco volumetrico della struttura dalla parete, sono state posizionate strisce di LED sul retro delle aste. Nello specifico, una delle due orditure di tubolari è stata microforata sul retro per permettere di includere e nascondere i led all’interno delle aste. L’effetto di variazione cromatica, inoltre, è interattivo e varia in funzione della distanza dell’osservatore dalla struttura. Per la realizzazione di questa struttura la tecnologia laser ha giocato un ruolo molto importante: quanto uscito dall’algoritmo sviluppato da INDEXLAB è stato immesso direttamente nel software ARTUBE di programmazione delle nostre macchine per taglio laser senza nessun intervento umano e da qui sono usciti i programmi di lavoro per produrre i componenti richiesti. Si deve considerare che non sarebbe stato economicamente fattibile produrre questi elementi con tecniche di lavorazione tradizionali. Il gruppo BLM investe da anni per lo sviluppo delle tecnologie di taglio tubo laser per il settore delle costruzioni edili. La struttura reciproca realizzata per l’open house INTUBE XIII rappresenta un esempio di innovazione dal punto di vista progettuale e realizzativo, un promettente sistema costruttivo che amplia gli scenari applicativi della tecnologia di taglio tubo laser per l’architettura.

Progetto struttura reciproca: INDEXLAB
Design Principal: Pierpaolo Ruttico
Project Team: Pasquale Lorusso, Stefano Arrighi
Build Team: Nicola Lorusso, Federico roccasalva, Isabella Denora, Fabio de Solda, Tommaso Miti, Amos Pravettoni, Cristina Iore, Ylenia Testore, Alessandro Lussignoli, Michela di Saverio, Carlo de Marchi, Liliana Sartirani, Raffaele Nicoletta, Leonardo Caminada

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VIDEO PIC PRESENTATION

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R.F.M Carpenteria e Meccanica di Failli Stefano & C. s.a.s
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LE TIPOLOGIE DI TAGLIO

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LE TIPOLOGIE DI TAGLIO

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Il laser può tagliare i materiali in base a tre principi diversi: per vaporizzazione, per fusione o per combustione. In tutti e tre i casi, il processo di taglio si innesca e si mantiene grazie all’energia che il raggio laser può concentrare in un punto molto piccolo, durante il processo di taglio l’energia assorbita dal materiale nella zona in cui il fascio laser è focalizzato viene trasformata in calore. Questo calore provoca localmente un rapido aumento della temperatura del pezzo; la fusione e/o la vaporizzazione della zona di interazione determinano la formazione di un foro. Esso può essere cieco o passante. Il processo di taglio e completato da un gas d’assistenza che ha la funzione di soffiare via il materiale vaporizzato/fuso.

Taglio a fiamma

taglio-plasmaIl taglio a fiamma è un procedimento standard che taglia prevalentemente l’acciaio da costruzione.

Il taglio a fiamma necessita di ossigeno come gas di taglio. L’ossigeno viene soffiato nella fessura di taglio con pressioni fino a 6 bar. Lì il metallo riscaldato reagisce con l’ossigeno: l’ossidazione libera molta energia – fino a un quintuplo dell’energia laser – e supporta il lavoro del raggio laser. Il taglio a fiamma consente alte velocità di taglio e la lavorazione di lamiere spesse.

Taglio per fusione

imgCon il taglio laser per fusione si tagliano tutti i materiali fondibili, come ad esempio i metalli.

Come gas di taglio per il taglio laser per fusione si utilizza l’azoto o l’argon. Esso viene spinto nella fessura di taglio con pressioni tra 2 e 20 bar. L’argon e l’azoto sono gas inerti, ciò significa che non reagiscono con il metallo fuso nella fessura di taglio, ma si limitano a farlo fuoriuscire verso il basso. Contemporaneamente schermano il bordo di taglio dall’aria. Il vantaggio è che i bordi non si ossidano e non devono più essere rifiniti. Per il taglio è tuttavia disponibile solo l’energia del raggio laser.

Taglio a sublimazione

                                                                        Alta qualità del bordo di taglio per applicazioni di precisione.500_0_2281902_43787

Con questo procedimento il laser fa evaporare il materiale riducendo al minimo la fusione. Il vapore crea nella fessura di taglio un’alta pressione che fa fuoriuscire con forza la massa fusa verso l’alto.

Il gas di processo, l’azoto, l’argon o l’elio, scherma le superfici di taglio solo dall’ambiente. Esso fa sì che i bordi di taglio siano inossidabili. Per questo motivo è sufficiente una pressione del gas di 1 – 3 bar. L’evaporazione del metallo richiede più energia della fusione. Il taglio per sublimazione necessita quindi di potenze laser elevate ed è più lento di altri metodi di taglio. D’altra parte produce bordi di taglio di alta qualità.

Macchina a taglio laser:

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I vantaggi del taglio laser:


– bordi di taglio stretti e paralleli

– zona termicamente alterata molto ridotta

– capacità di operare sui profili complessi e con raggi di curvatura molto ridotti

– nessuna distorsione meccanica del pezzo

– capacità di taglio indipendente dalla durezza del materiale

– possibilità di tagliare materiali già rivestiti superficialmente

– facile integrazione in sistemi automatici

– capacità di adeguamento a mutate necessità produttive

 TAGLIO AD ACQUA 


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taglio a getto d’acqua è una tecnologia di taglio che utilizza un getto d’acqua ad altissima pressione (fino a 7000 bar) per tagliare numerose tipologie di materiali.

Esistono due metodi di taglio ad acqua:

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E’ utilizzato per il taglio di materiali teneri quali tessuti, elastomeri, fibre grezze, plastica, generi alimentari, carta, ecc. Il getto passa attraverso un orifizio diamantato con un diametro di un decimo di millimetro, convertendo l’energia potenziale dell’acqua in energia cinetica e permettendo di tagliare a una velocità di circa 800-1000 m/s, con una pressione di 4000 bar.

Taglio con getto d’acqua più abrasivo

tecnologies_part_2Per quei materiali difficilmente separabili con il solo getto d’acqua, viene utilizzato il metodo di taglio con aggiunta di abrasivo. Con questo metodo si aggiunge all’acqua un flusso di particelle abrasive, in maniera da aumentarne il potere di erosione. Dopo l’aggiunta dell’abrasivo, l’acqua, l’aria e l’abrasivo vengono amalgamati in una camera di miscelazione, spinti nel focalizzatore ed accellerati. Il risultato di questa tecnica è un forte getto in grado di tagliare materiali di grosso spessore e di diversa consistenza, come metalli, ceramiche, roccia e vetro antiproiettile.

Contrariamente ai metodi di taglio tradizionali, la tecnologia del taglio ad acqua incontra il favore di tutti grazie al suo contenuto costo di investimento e costo produttivo ed alla sua flessibilità. Con questo sistema si possono tagliare i più diversi materiali, dal metallo alla plastica ed al granito. Uno spessore di 150 mm o più non rappresenta una difficoltà per questa tecnologia di taglio. Il getto d’acqua permette di ottenere un taglio di alta qualità sia su contorni semplici che estremamente complessi.

I vantaggi del sistema di taglio a getto ad acqua:

– nessuna alterazione termica, strutturale

– assenza di vapore, polveri , fumi

– assenza di rigenerazione utensile

– alta velocità di taglio

– alta precisione di taglio

– ottima qualità della superficie

– nessuna formazione di sbavature

– nessun bisogno di lavorazioni successive

– taglio degli angoli senza sbavatura

– fenditura minima nel taglio

– staffatura minima del pezzo

– esecuzione rapida di prototipi

– produzione flessibile, just in time

– consumo intelligente e ottimale del materiale con l’utilizzo di CAD

DYNAMIC WATERJET

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Il sistema Dynamic Waterjet con Active Tolerance Control (Controllo di Tolleranza Attivo) produce pezzi più precisi a velocità significativamente più elevate rispetto al taglio effettuato con impianti convenzionali.

Questo sistema in attesa di brevetto utilizza un nuovo sistema di movimento avanzato che incorpora modelli di taglio matematici unici, in grado di controllare un piccolo braccetto articolato fissato alla testa di taglio.

Questo braccetto consente alla testa di taglio di inclinarsi in ogni direzione, compensando il ritardo di getto e la conicità che si verifica con le macchine per il taglio a getto d’acqua convenzionali.

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per RFM sas

R.F.M Carpenteria e Meccanica di Failli Stefano & C. s.a.s
Via B. Cellini n. 38 50026 S. Casciano V.P.. (FIRENZE )
P.IVA: 02240310488
Tel. +39 0558229746 – Fax +39 0558294002

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RFMSAS Tecnologia per sviluppare le vostre idee

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RFMSAS

L’ AZIENDA

La R.F.M sas è stata fondata nel 1998 e negli anni ha ampliato il proprio campo di lavoro coprendo un numero sempre maggiore di settori quali:
– Farmaceutico
– Arredamento ed illuminazione
– Alimentare
– Edile
– Antinfortunistica
– Automobilistico e navale
– Insegne e cartellonistica
– Lavorazioni conto terzi per l’industria

Con le attrezzature a disposizione siamo in grado di coprire le varie fasi del processo di lavorazione della lamiera: taglio,piegatura,calandratura e saldatura.
Se richiesto eseguiamo anche lavorazioni di finitura come satinatura,sabbiatura e pallinatura.
Collaborando con aziende esterne garantiamo inoltre trattamenti come zincatura e verniciatura.

Nel corso degli anni abbiamo ampliato il campo di lavoro ed oltre alle lamiere realizzaziamo lavorazioni su svariati tipi di materiali quali: gomme, materiali per guarnizioni, materiali compositi,legni,marmo e pietre,vetro,titanio e leghe speciali,rame e molti altri.

Inoltre disponiamo di un ufficio tecnico dotato di sistemi CAD in grado di sviluppare progetti o semplici idee per arrivare al prodotto finito ed esaudire ogni vostra esigenza.

PARCO MACCHINE

– n°1 impianto di taglio laser Prima Industrie cp3500 con campo di lavoro 3000×1500
– n°1 impianto waterjet Tecnocut a cnc con campo di lavoro 4000×1700, dotato di pompa da 60CV e testa a 5 assi
– n°1 piegatrice Gasparini, lunghezza 3 metri, 100 tonnellate a cnc a 4 assi
– n°1 calandra Davi a 4 rulli diametro 200, lunghezza 2 metri
– n°2 saldatrici a tig Sincosald
– n°1 saldatrice a mig impulsata Sincosald
– n°1 saldatrice a mig non impulsata Sincosald
– n°1 saldatrice a mig non impulsata Esab
– n°1 pallinatrice-sabbiatrice FINIMAC con campo di lavoro mm 1500x1200x900, tavola rotante diametro 1000 mm e portata 150 Kg. Castello rotante diametro 400x250h con capacità di carico 12 Kg
– n°1 satinatrice Weber larghezza 1000mm

 

CARPENTERIA

Disponiamo di una piegatrice Gasparini che ci permette di piegare lamiere di lunghezza massima 3 metri e spessore massimo di 10 mm.
Con tale macchinario possiamo realizzare una quantità elevata di particolari garantendo strettissime tolleranze.

Per la lavorazione delle lamiere disponiamo inoltre di una calandra Davi a quattro rulli di diametro 200mm che permette la calandratura di spessori fino a 10mm per una lunghezza massima di 2 metri.

Il reparto saldatura è dotato di 5 saldatrici, 2 a tig e 3 a mig per la saldatura di particolari in inox, alluminio e ferro.

Per la finitura del prodotto siamo dotati di una pallinatrice-sabbiatrice e di una satinatrice.

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LA TECNOLOGIA A GETTO D’ACQUA

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LA TECNOLOGIA A GETTO D’ACQUA

sistemi di taglio a getto d’acqua.

 2000px-Water_jet_cutter_head.svgLa tecnologia di taglio a getto d’acqua, è uno dei processi più  in crescita nel settore macchine utensili grazie alla versatilità e semplicità d’impiego.

Non esiste pressoché limite a ciò che si può tagliare con il getto d’acqua. Per questo motivo la tecnologia waterjet è sempre più utilizzata da aziende di ogni tipo e  dimensione.

Dagli inizi degli anni ’80, quando Flow per prima ha inventato la tecnologia abrasiva a getto d’acqua all’inizio degli anni ’80, questa si è evoluta rapidamente. Decenni di ricerche hanno portato allo sviluppo di sistemi a getto d’acqua più efficienti e meno costosi. Ecco come i sistemi a getto d’acqua Flow possono offrire vantaggi alla vostra attività:

Versatilità unica
I sistemi a getto d’acqua Flow consentono di tagliare con facilità una vasta gamma di materiali. Il nostro software di facile impiego rende il lavoro semplice per qualsiasi forma, dimensione o materiale.

Potenzialità uniche
A prescindere dal settore di produzione – automotive, aerospaziale,  lavorazione delle pietre e della ceramica, produzione di utensiliugello e  stampi,  guarnizioni, lavorazioni conto terzi – potrete tagliare metallo, pietra, plastica, materiali compositi, vetro, ceramica, gomma e altro ancora. I nostri sistemi tagliano qualunque material fino a  200 mm di spessore e senza apporto termico e con alta precisione.

Bassi costi  produzione e miglior utilizzo del materiale
I sistemi a getto d’acqua Flow non richiedono particolari sistemi di fissaggio pezzi o attrezzature di posizionamento; l’ operatore può cosi’  risparmiare tempo prezioso. Con Flow si ottiene un  taglio preciso e pulito, riducendo al minimo gli sfridi e sfruttando al meglio il materiale.

Una tecnologia flessibile
taglio-waterjet-700x200Molte Aziende che utilizzano macchine plasma o laser, elettroerosione o fresatura, trovano nei sistemi a getto d’acqua Flow, una tecnologia molto importante sia per produttività che redditività.

La tecnologia
Il cuore del sistema a getto d’acqua è la pompa ad altissima pressione (UHP). Per avere maggiori informazioni sulle  pompe UHP di Flow, consultate la sezione Prodotti. Per  approfondimenti sulla tecnologia , leggete la nostra pubblicazione “Come funzionano i sistemi a getto d’acqua”.

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LA TECNOLOGIA DEL TAGLIO LASER

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TAGLIO LASER

Alta precisione, flessibilità e riduzione dei costi

La tecnologia laser applicata alle operazioni di taglio dei materiali, consente di raggiungere un ottimo compromesso tra qualità del prodotto finito e ottimizzazione dei tempi di lavorazione. Per questo sistemi a taglio laser rappresentano oggi la soluzione ideale per la lavorazione della lamiera anche in formati e spessori di grandi dimensioni.

Con l’impianto di taglio laser possiamo effettuare il taglio del ferro fino a 15mm di spessore, dell’inox fino a 10mm e dell’alluminio fino a 5 mm.

Le caratteristiche del taglio laser sono:
– effettua un taglio netto senza bordi irregolari
– elevata velocità di taglio
– precisione del decimo di millimetro
– ridotta zona alterata termicamente
– possibilità di effettuare profili di taglio complessi

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PRIMA

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Il Salone del Mobile 2015, vediamo cosa ci aspetta

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Il Salone del Mobile 2015, la fiera dell’eccellenza nell’arredo, nella luce e negli spazi di lavoro si avvicina a rapidi passi.

La 54° edizione del Salone Internazionale del Mobile aprirà le porte da martedì 14 aprile fino a domenica 19 aprile, presso il quartiere fieristico di Rho. Qualità e innovazione, oltre a importanti eventi collaterali e una completa e ampia offerta merceologica sono gli ingredienti che contribuiscono a rendere il Salone il vero evento da non perdere per tutti gli appassionati di design e non solo.

La fiera sarà suddivisa come da tradizione fra i classici padiglioni Classico, Moderno e Design, il Salone del Complemento d’Arredo e il SaloneSatellite a cui per questa edizione si affiancheranno le biennali di Euroluce e Workplace3.0 Salone Ufficio dedicata all’ambiente di lavoro. Ecco, nel dettaglio, tutto quello che ci aspetta.

EUROLUCE
Torna la manifestazione in cui protagonista è l’eccellenza nel mondo dell’illuminazione. Saranno presentate le ultime novità sia da interni che da esterni, sistemi industriali, sorgenti luminose e software per le tecnologie della luce. In occasione dell’Anno Internazionale della Luce, proclamato dall’Unesco proprio per il 2015, sarà inoltre realizzata l’installazione-evento «Favilla. Ogni luce una voce», un racconto-ricerca sull’essenza della luce ideata dall’architetto Attilio Stocchi.

SALONE UFFICIO
Workplace3.0 è invece la proposta espositiva dedicata ai concept innovativi per la progettazione dello spazio di lavoro nel suo insieme e riunirà le proposte migliori del mondo dell’arredamento per ufficio, banche e istituti assicurativi e ambienti pubblici; delle sedute per ufficio agli elementi per acustica, delle partizioni interne e dei rivestimenti ai complementi d’arredamento per ufficio e delle tecnologie audio-video. Dedicata all’ambiente di lavoro La Passeggiata, firmata da Michele De Lucchi: una grande installazione ospitata all’interno dei padiglioni ideata con l’obiettivo di creare un’area in cui le nuove attività e modi di lavorare generano nuovi spazi di lavoro e nuove esigenze progettuali per abitarli, con un ufficio che sempre più diventa il luogo delle relazioni, degli incontri e del vivere insieme.

IN ITALY
Un progetto di «Four in the Morning» a cura dell’architetto Dario Curatolo, vede protagoniste 64 aziende italiane e un gruppo selezionato di designer, progettisti e architetti che si confronteranno sul tema dei prodotti, del design e della progettazione. Le aziende coinvolte si presentano con un filmato, con il quale lo spettatore potrà esplorare virtualmente il saper fare e l’unicità italiana, oltre a scoprire il percorso produttivo nascosto dietro ogni oggetto. Il filmato diventerà poi un’installazione e una App per esplorare cinque soluzioni a Lecce, Milano, Roma, Venezia e nella Val d’Orcia per cinque stili d’interni.

SALONE SATELLITE
Con ingresso libero al pubblico, giunta alla sua diciottesima edizione, torna la manifestazione dedicata ai giovani designer. Il Salone Satellite quest’anno è dedicato al tema «Pianeta vita» vicino a quello di Expo 2015 “Nutrire il pianeta, energia per la vita”. Luogo di incontro per 700 giovani designer selezionati da ogni parte del mondo, la manifestazione è dedicata agli under 35 che non solo presentano i loro progetti, ma hanno anche la possibilità di essere selezionati per la sesta edizione del concorso SaloneSatellite Award, che ogni anno premia i tre migliori prototipi tra quelli presentati.

Sette giovani designer da tenere d’occhio

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Da Vetro è il nome della nuova collezione in vetro progettata dal team di Fabrica, il centro di ricerca sulla comunicazione di Benetton, per il negozio losangelino Please Do Not Enter. La famiglia è composta da 22 oggetti di uso quotidiano, tra cui vasi, caraffe, cupole e contenitori, pensati da sette giovani designer provenienti dall’area Design di Fabrica e interamente realizzati a mano in Italia dal Maestro vetraio Massimo Lunardon.

Da Vetro è una collezione in edizione limitata, ogni oggetto è infatti numerato e prodotto in soli 30 pezzi, che raccontano una storia di artigianato e saper fare italiano. La collezione si sviluppa attorno alla tematica della gestualità e della postura umana e si concretizza attraverso forme equilibri e scale diverse tra loro.

Francia, Scozia, Portogallo, Italia, Germania e Giappone. Quello di Fabrica è un team dal respiro internazionale guidato dall’esperienza del direttore creativo francese Sam Baron.

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Ferréol Babin

 

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Dean Brown,

 

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Catarina Carreiras

 

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Federico Floriani

 

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Pascal Hien

 

 

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Tomomi Maezawa

 

 

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Giorgia Zanellato.

Questi i nomi dei giovani designer coinvolti. Designer di cui sentiremo sicuramente ancora parlare. La collezione Da Vetro è disponibile esclusivamente presso Please Do Not Enter al 549 di South Olive Street, Los Angeles.

Sf-CreativeLab PressOffice

La casa secondo Pininfarina

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Pininfarina Home Design è l’applicazione della maestria dei progettisti Pininfarina nel disegno degli interni.

In squadra con partner del calibro di Reflex, Snaidero e Casalgrande Padana, l’azienda italiana trasmette la propria idea di design tramite una collezione di arredi e proposte per i diversi ambienti della casa caratterizzati da uno stile solido, elegante e sofisticato, appositamente disegnati in occasione del Salone del Mobile di Milano.

Collezione Segno è un ambiente living curato da Reflex composto da un divano componibile in diverse soluzioni, un tavolo, un cabinet, una libreria e due sistemi di illuminazione.

Ola20, Idea e Ola25 nascono dalla collaborazione decennale che lega Pininfarina a Snaidero e compongono le proposte per l’ambiente cucina.

Earth by Pininfarina viene pensata con l’aiuto di Casalgrande Padana: una collezione di ceramiche caratterizzate da una texture della lastra con un effetto multisensoriale e da decori sofisticati con un forte richiamo al mondo auto.

In sintesi: un viaggio fatto di design, innovazione, sartorialità, lusso, stile italiano.

Quando si dice: l’unione fa la forza.

Sf-CreativeLab PressOffice

I Maestri del Design Achille Castiglioni

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I Maestri del Design

Achille Castiglioni

Trasformare un oggetto quotidiano ordinario in un progetto di design: ecco la geniale intuizione che sta dietro, per esempio, alla lampada Arco, creata per il marchio Flos nel 1962. Firmata insieme al fratello Pier Giacomo, ha lanciato Achille Castiglioni nel firmamento delle star del design internazionale. Una cupola in acciaio forato, sospesa da un arco sempre in acciaio sorretto da un blocco in marmo di Carrara. Per la prima volta viene disegnata e realizzata una lampada a sospensione che non pende dal soffitto ma che può essere spostata per illuminare lì dove c’è bisogno. La storia dei fratelli Castiglioni non si limita, però, all’illuminazione. Nel 1965 Achille e Piergiacomo Castiglioni disegnano RR226 per Brionvega un radiofonografo considerato ancora oggi uno dei pezzi più belli della storia del design italiano. Un apparecchio radio componibile caratterizzato dalla versatilità delle forme ma, al tempo stesso, rivoluzionario perché concepito per una produzione industriale su vasta scala. Una carriera lunghissima, portata avanti da solo dopo la prematura morte di Pier Giacomo nel 1968, ma ricca di trionfi e di collaborazioni con le più importanti aziende del mondo: Cassina, Kartell, Zanotta, Brionvega, Flos, Olivetti, Siemens, Knoll, Lancia, Alessi, Poltrone Frau solo per citarne alcune. Tra gli oggetti più importanti degli ultimi anni ricordiamo la poltrona Sancarlo, dalla struttura semplice e lineare sulla quale sono posizionate delle imbottiture di densità variabile per garantire un supporto ideale a ogni diversa zona del corpo e Fucsia una lampada a sospensione dall’originale forma conica.

Sperimentazione e praticità, raffinatezza e semplicità sono gli elementi chiave intorno a cui ruota la ricerca di Achille Castiglioni (Milano 1918-2002) annoverato a pieno titolo tra i più grandi ed influenti designer del Novecento. Figlio dello scultore Giannino Castiglioni, Achille, insieme ai fratelli Livio e Pier Giacomo, ha dato vita alla più importante famiglia della storia del design italiano. L’eleganza e la purezza delle forme hanno reso i suoi oggetti talmente iconici da essere considerate vere e proprie opere d’arte ospitate nelle collezioni permanenti dei più importanti musei del mondo come il MoMa di New York o la Triennale di Milano. Una storia costellata di successi caratterizzata dalla ricerca costante su forme, tecniche e nuovi materiali e consacrata da ben 14 Compassi d’Oro, il riconoscimento più prestigioso nel mondo del design. È soprattutto nella sperimentazione nel campo dell’illuminazione che la famiglia Castiglioni muove i primi passi nel mondo del design: Luminator, Gatto e l’innovativa Toiorealizzata con un faro d’automobile da 300 watt a calost-block-7tta argentata, un filo in tensione preso da una canna da pesca e come base un trasformatore a vista.

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